Il marchio sarà mantenuto ma la bevanda potrebbe essere prodotta altrove, forse a Novi Ligure
‘’Campari ha siglato un accordo per cedere a 80 milioni di euro Lemonsoda a una società danese. La vendita comprende le bevande gassate analcoliche raggruppate sotto il marchio Freedea, e i marchi Crodo (a esclusione di Crodino). Oltre ai marchi, il perimetro della vendita include il sito produttivo e di imbottigliamento di Crodo, la sorgente d'acqua e il magazzino’’. Questa la notizia Ansa di ieri sera alle 19. Tradotto: il Crodino verrà fatto altrove, nonostante il nome lo leghi alla località antigoriana dove è nato.
Una decisione che la Campari maturava da tempo. Già un anno fa ‘sondò’ dipendenti e sindacato sull’imbottigliamento dell’acqua minerale
L’operazione di vendita vede Campari tenersi stretta il marchio Crodino ma avendo ceduto lo stabilimento ossolano, l’aperitivo sarà quasi sicuramente prodotto altrove, forse a Novi Ligure. Addio che potrebbe avvenire nei prossimi anni.
Va detto che la Campari a differenza delle altre proprietà non ha mai avuto grossi rapporti col territorio e la stampa locale lo sa, visto che mai nessuna notizia sullo stabilimento di Crodo è mai trapelata. Ci lavorano oggi una novantina di persone, ma è chiaro che il possibile addio al Crodino potrebbe portare a qualche ridimensionamento. Anche i questo si è parlato oggi a Crodo in un incontro presenti i dipendenti e l’amministrazione comunale che ha avuto un faccia a faccia con i dirigenti della Campari e quelli della nuova società acquirente.
Ricordiamo che l’amministrazione Peverini, metà anni Novanta, aveva stoppato un’analoga operazione della proprietà, che voleva portare la produzione del Crodino a Sulmona. Il Comune fece causa e l’operazione si bloccò.
di Renato Balducci