Complicato il puzzle politico in Ossola. La Valle sempre più divisa sui temi di grande dibattito in questo momento storico
I Comuni della bassa Ossola stanno scivolando verso il Ciss di Verbania. Uno strappo che spinge verso un Ciss unico provinciale. Un accentramento al quale la politica nazionale ci sta abituando. E la disastrosa riforma delle Province, con quella del Vco ormai fantasma, è la conferma che ormai piccolo non è più bello. Per la politica, ovviamente....
La lenta ma costante opera di sfaldamento del Ciss è la conferma che gli amministratori ossolani sono divisi. Anche se tutto è iniziato con un’altra legge pessima: quella regionale che ridisegnava le comunità montana. Legge che ha permesso la nascita di unioni montane a raffica, sfaldando i territori e indebolendoli. Leggi scritte coi piedi, errori macroscopici per i quali nessun politico paga mai.
Così l’Ossola ha visto nascere 4 unioni montane e ora vede spaccarsi il Ciss. Non ha aiutato la politica di Domodossola rimasta fuori, prima con Cattrini e ora con Pizzi, dalla ‘grande’ Unione Valli dell’Ossola. Se il cosiddetto capoluogo se ne va, che resta di quanto c’è attorno? Certo il funzionamento dell’Unione è una cartina di tornasole di come le cose non vadano per il giusto verso.
Una mano l’ha data pure la sanità. Logorato poco alla volta il San Biagio con tagli e riduzioni interne, la decisione di fare un ospedale nuovo a Ornavasso ha ancor di più appesantito il clima politico in Ossola poiché Domodossola non è ancor oggi d’accordo sulla soluzione.
Insomma, ci si spacca su tutto: dalla discussione sul passaggio alla Lombardia al progetto Interconnector , dalla perdita della Camera di Commercio alla politica dei rifiuti e così via.
Con i cittadini che stanno a guardare rassegnati e sempre più desiderosi di stare a casa alla prossima consultazione elettorale.
Renato Balducci